Affidamento dei figli
Quando i coniugi si separano, il giudice stabilisce a quale di essi debbano essere affidati i figli, ossia come deve essere ripartita ed esercitata la responsabilità genitoriale, facendo riferimento esclusivamente all’interesse morale e materiale della prole. Ciò significa che indipendentemente da una eventuale pronuncia di addebito della separazione, l’esistenza di un conflitto tra i genitori non rappresenta un motivo per escludere, in modo automatico, l’affidamento condiviso dei figli.
La legge infatti stabilisce come regola fondamentale quella dell’affidamento condiviso dei figli che prevede l’attribuzione dell’esercizio della responsabilità genitoriale ad entrambi i genitori. L’affidamento condiviso trova il suo fondamento nel principio della bigenitorialità che consiste nel diritto dei figli di continuare a mantenere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori e di ricevere da entrambi cura, educazione ed istruzione, anche dopo la cessazione della convivenza.
Il giudice, quando dispone l’affidamento condiviso, provvede anche sulla residenza dei figli. Si tratta del così detto “collocamento del minore”, vale a dire che il giudice preciserà presso quale dei genitori i figli debbano vivere abitualmente. Sono previste tre diverse forme di collocamento:
Collocamento Prevalente: Il minore ha la residenza prevalentemente presso uno dei genitori, che viene definito “genitore collocatario” e spesso si tratta della madre. Si tratta della forma di affido più diffusa nella prassi, in quanto ritenuta quella più idonea a garantire ai figli una certa stabilità. Tale soluzione comporta in ogni caso la necessità di assicurare ai figli ed al genitore non collocatario un rapporto equilibrato e costante, pertanto, il provvedimento del giudice stabilirà anche i tempi e le modalità di frequentazione dei figli con il genitore non collocatario;
Collocamento Alternato: Il minore vive per periodi alterni presso ciascuno dei genitori. E’ una forma di collocamento che trova scarsa applicazione in quanto ritenuta non idonea a garantire la stabilità dei figli, costringendoli a continui cambi di residenza e gestione delle attività quotidiane;
Collocamento Invariato: Si tratta di una forma di collocamento, di solito prevista per accordo dei genitori, che implica l’alternanza dei genitori nell’abitare la casa familiare. Ciò significa che per evitare che i figli siano soggetti a continui cambi di residenza, saranno il padre e la madre ad abitare alternativamente la casa familiare. In questo caso ciascun genitore sarà tenuto a garantire ai figli, durante il periodo di convivenza, i rapporti con l’altro genitore e dovrà lasciare all’altro l’uso della casa con tutte le sue pertinenze, una volta terminato il periodo di spettanza.
L’affidamento esclusivo dei figli ad uno solo dei genitori viene previsto ogni qual volta un giudice ritenga che l’affidamento all’altro genitore sia contrario agli interessi del minore. L’affidamento esclusivo quindi rappresenta l’eccezione alla regola dell’affidamento condiviso ed è consentito esclusivamente ove risulti, nei confronti di uno dei genitori, una condizione di manifesta carenza o inidoneità educativa, tale da rendere l’affidamento condiviso di fatto pregiudizievole e contrario all’interesse esclusivo del minore.
Ad ogni modo, l’affidamento esclusivo non comporta la perdita della responsabilità genitoriale in capo al genitore non affidatario, ma solo il suo esercizio in via esclusiva da parte del genitore affidatario e la titolarità del diritto di visita e di vigilanza in capo all’altro.